Presenza Mentale, una risposta efficace contro Ansia e Depressione

Esiste un numero incredibilmente crescente di ricerche scientifiche che dimostrano i numerosi vantaggi della Presenza Mentale.
Per osservare la concretezza del potere di questo tipo attività, basta guardare come già venga utilizzata in maniera dominante nei contesti scolastici, aziendali, ospedalieri ed istituzionali in America.

Trovo nella mindfulness(o presenza mentale) una perfetta fusione pro-attiva nei confronti del benessere della persona, generata dalla fusione della cultura meditativa orientale ed il cognitivismo occidentale.

Il termine mindfulness deriva dalla parola sati che in lingua pali significa approssimativamente ricordarsi nel senso di ricordarsi di essere consapevoli, e questo concetto, molto vicino al senso in cui lo adoperiamo noi oggi nella pratica psicoterapeutica e nei protocolli di insegnamento della mindfulness, venne utilizzato per la prima volta da Buddha oltre duemilacinquecento anni fa.

Secondo la definizione corrente data in ambito scientifico, il termine “mindfulness” si riferisce ad una attenzione consapevole, intenzionale e non giudicante alla propria esperienza nel momento in cui essa viene vissuta.

Due ricercatori americani, Greg Flexman e Lisa Flook hanno pubblicato nel 2009 una raccolta incredibilmente esaustiva sui risultati ottenuti attraverso la Mindfulnes nei diversi campi individuali e sociali.

Da ciò è stato dimostrato che attraverso l’uso frequente della meditazione consapevole si riescono ad aumentare le telomerasi, ovvero i “tappi” posti alla fine dei nostri geni in grado di ridurre i danni delle cellule, diminuire il dolore e la lenta maturazione.
La ricerca mostra anche che la consapevolezza aumenta il nostro sistema immunitario, combattendo contro un varietà incredibile di malattie psicosomatiche, e di aiutare ad alleviare la sofferenza cronica.
Mindfulness aiuta anche a migliorare la nostra attenzione e il controllo del pensiero ruminative, che contribuisce ad alti livelli di stress. Pertanto dimostra la capacità di ridurre l’ansia, disturbi del sonno e depressione, aumentando la resilienza, l’autonomia e la consapevolezza di sé.

mindfulness 2

Mindfulness, come funziona quindi?

Gli esercizi o pratiche meditative principali sono quelli che utilizzano il respiro e la postura come supporti che aiutano la persona a centrarsi su sé stesso e sul qui e ora, a gestire lo stress e a coltivare attenzione e concentrazione rispetto ai compiti sui quali si ritrova impegnato.

Si suddividono sostanzialmente in:

esercizi formali, cioè quelli che richiedono una particolare postura, un ambiente adatto e silenzioso e un certo tempo (dai 15 ai 45 minuti ca.) e che prevedono una focalizzazione dell’attenzione sul respiro o il corpo e l’osservazione non reattiva e non giudicante degli stati interni (pensieri, emozioni e sensazioni fisiche): esempi di esercizi di questo tipo sono il body scan (esplorazione corporea), la consapevolezza del respiro, la meditazione seduta e la camminata consapevole.

esercizi informali, che consistono nel portare maggiore consapevolezza, a volte fermandosi e respirando, nelle diverse attività quotidiane, ad esempio mentre mangiamo, quando ci laviamo, camminando o durante una prestazione lavorativa.

…buona “meditazione” a tutti…

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